mercoledì 4 giugno 2008

Cinese Hot (se non fossimo gay!)


Non mi renderò mai conto di quanto sia inconsapevole delle cose che mi circondano; dinamiche strane e impercettibili tracciano linee invisibili che inconsapevolmente sostengono la struttura della nostra esistenza, una fitta ragnatela di opportunità e sguardi circondano il mio essere e senza che me ne accorga la vita mi sfugge tra le dita di una mano mentre accarezzo il vento. Diciamo che non potrei essere più chiaro nel descrivere i pensieri che mi sono ronzati nel cervello qualche giorno fa nel mio lettino dopo una serata strana. Pochi giorni fa ci siamo organizzati per la nostra serata Boris, un appuntamento che stranamente sta conservando un po’ di longevità nella solita coltre di superficialità generalizzata senza un minimo di distinzione; quindi diciamo già che l’umore era quello giusto. Vinti dagli insistenti reclami delle bestie immonde che abitano i nostri stomaci, abbiamo pensato di mandare un chiaro messaggio alla nostra pseudodieta ovvero :”Non ce ne frega un cazzo!”Per cui dopo esserci presi le nostre responsabilità ci siamo diretti dal cinese. L’abbigliamento era quello standard classico da serata tranquilla, del tipo sembra una cosa al volo ma per un po’ c’ho pensato! Fin qui nulla da segnalare, tranne per il fatto che quel cazzo di cinese era pieno da far paura e più che Cerenova mi sembrava proprio Pechino; dopo i primi e fugaci sguardi alle persone becere che si stavano abbuffando, abbiamo giustamente notato anche qualcosa di gradevole come ad esempio due ragazze carucce che cenavano alle nostre spalle. Finiti i convenevoli del menù e cazzi vari, ci siamo sistemati fuori per decidere le armi della guerra totale al fegato; mentre si discuteva tra un gambero fritto e un involtino spring, c’è stato subito un primo contatto abbastanza piacevole con un’amica (accompagnata da altra relativa amica) ormai non più adolescente(intorno ai 40) e quindi ancora più interessante; loro avevano appena finito di cenare e a giudicare dai sorrisi gratis immagino che abbiano accompagnato il tutto con abbondante vino; ovviamente noi due coglioni ce le siamo fatte scivolare addosso pensando ad un incidente di percorso che può capitare a chiunque e dunque non gli abbiamo dato peso, anche se appena fuori dalla portata del loro udito è partita la solita lista di commenti che solo noi maschietti possiamo concepire, del tipo quanto sete bone oppure che ve farei..Ok, passato il momento d’ebbrezza ci siamo diretti al bancone per fare la nostra ordinazione, proprio in quei cinque o sei passi abbiamo subito avuto un altro piacevole incontro, altra amica non più giovincella con amica al seguito di un paio di generazioni più giovane; inutile dire che anche questa volta dopo i soliti sorrisi da contratto ci siamo resi conto che un’altra occasione se ne stava andando e proprio da dove eravamo entrati noi qualche istante prima, come al solito. A questo punto i nostri sguardi si sono incrociati e non abbiamo aggiunto altro, quasi sicuramente perché ci stavamo rendendo conto della nostra omosessualità! Tanto per non farci mancare niente e soprattutto per toglierci ogni dubbio sulla nostra natura ambigua, abbiamo continuato imperterriti nelle nostre intenzioni ovvero far decedere il nostro fegato per poi piangere in palestra come delle femminucce; a quel punto c’è stato l’apice dell’idiozia umana, infatti senza accorgermene mi sono trovato vicino le due ragazze che avevamo subito notato all’entrata; non mi reputo ne bello ne particolare ma quelle due ci stavano veramente mettendo gli occhi addosso, tanto addosso che subito una delle due mi ha fatto una tana clamorosa mentre gli guardavo le tette con occhi sognanti; di solito quando si è pizzicati a fare certe cose la diretta interessata non è che faccia salti di gioia invece quella sera, in quella precisa circostanza, la sua reazione si è limitata ad un sorrisetto prolungato da falso angioletto. Nel giro di pochi minuti era tutto chiaro; le ragazze erano realmente intenzionate a prolungare quel incontro e devo dire che erano pure carine; purtroppo come ripeto da ormai qualche riga la nostra reazione è stata pressoché deludente, anzi peggio. In quel momento non c’è stato niente da fare, eravamo trincerati dietro un muro di cemento armato alto centinaia di metri, troppo educati per rompere le palle a qualcuno mentre sta pagando il conto dal cinese e troppo idioti da lasciare per l’ennesima volta il piacere di nuovo incontro a qualcun altro. Vi lascio immaginare il ritorno a casetta; ogni metro percorso ci allontanava sempre più da quella che sarebbe potuta essere una bella serata, quanto meno diversa e stimolante, altro che serata Boris, invece ci siamo ritrovati in macchina collezionando una serie di imprecazioni pesanti e con una puzza di pesce (i gamberetti del cazzo fritti) che faceva a cazzotti con noi due belli, profumati e deficienti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bèh che dire... veramente due gran coglioni, ma almeno non mi avete lasciato senza cena e forse è stato anche questo il motivo per cui avete perso almeno tre ghiotte occasioni (o forse no...)
GRANDI!!!!!!!!!!!!

FeLiX